La copertina alla Bodoniana prende il nome da un tipografo, G. B. Bodoni, che nel XVIII secolo, utilizzò una copertina in cartone per proteggere i volumi che stampava.
Probabilmente lo scopo era esclusivamente funzionale alla facile e duratura consultazione del libro, che all’epoca veniva cucito e piegato a mano o, raccolto in “folio” e incollato a blocco con un tessuto a garza sul dorso e una coperta.
Oggi è comunemente definita “bodoniana” un metodo di rilegatura che unisce le tre parti copertina dorso e retrocopertina tramite i risguardi nella parte interna e la garza nel dorso.
Al blocco libro, confezionato in brossura filo refe, vengono aggiunti i risguardi e incollata nel dorso la tela (che può essere dei più svariati vari colori) di tenuta.
I risguardi vengono incollati all’interno della copertina.
Le copertine solitamente consistono in cartoni pressati da 1 a 3 mm, preventivamente accoppiati a carta stampata e nobilitata.
Questo tipo di confezione è spesso impiegato per la produzione di copertine pregiate rivestite in pelle, (anche completamente a mano per la versione con più pregio), con nervature sul dorso e spesso nobilitate sui quadranti da intarsi, impressioni con stampa a caldo e a secco.
Spesso si utilizza nelle riproduzioni “autenticamente false” di codici miniati, libri d’arte antichi, opere erudite con raccolte di disegni e pergamene.
L’effetto è sorprendentemente autentico ma come se il volume fosse stato prodotto solo pochi giorni prima.
Alberto Mantellini
Ufficio tecnico