La stampa è indubbiamente l’invenzione che più di ogni altra ha contribuito ad accelerare i processi evolutivi dell’animo umano, rendendo fruibile a un pubblico sempre più vasto le meraviglie del pensiero. È comune e largamente accettata la convinzione che l’invenzione della stampa risalga al 1445- 1450 e la si attribuisce ad un tedesco di Magonza, Johannes Gutenberg.
In realtà, ci sono prove che già in Cina, a partire dall’VIII-X secolo, avessero messo a punto un sistema di stampa ottenuta da incisioni su legno, chiamato xilografia, sconosciuto al tempo in Europa. Per questo motivo si può affermare che l’invenzione della più rivoluzionaria stampa a caratteri mobili sia stata a tutti gli effetti europea e che la Bibbia di Gutenberg sia stato il primo libro stampato in Europa, in appena 180 esemplari, solo 49 dei quali giunti fino ai nostri giorni.
Pochi sanno, però, che il buon Gutenberg, nonostante sia stato uno tra i più grandi e rivoluzionari inventori di tutti i tempi, ebbe molti guai finanziari, rimanendo senza un soldo. Questo poiché in quell’epoca non esistevano i brevetti ed una nuova tecnologia poteva essere copiata e migliorata da chiunque. Accadde così che Johannes Gutenberg si vide riconosciuti i propri meriti e successi solo pochi anni prima della sua morte, quando l’arcivescovo Adolfo di Nassau lo accolse alla sua corte riconoscendogli un degno stipendio.
Ma chi contribuì a cambiare ulteriormente la storia della tipografia fu un italiano: Gianbattista Bodoni. Il font che porta ancora oggi il suo nome è caratterizzato da linee asciutte e semplici, che si contrapponevano nettamente ai precedenti caratteri più complessi e dalla lettura meno semplice. Bodoni è stato anche tra i primi, se non il primo, a stampare un Manuale Tipografico, pubblicato nel 1818, nel quale elenca le quattro fondamentali qualità di un buon font: uniformità, eleganza, buon gusto e… incanto!
Più moderno di così!
Giovanni Scafoglio