Il Natale è una verità: la verità di Dio che sorprendentemente ci ama ed è venuto tra noi. Ecco, per questo, questi giorni dovrebbero essere “giorni di gioia”, come quando eravamo bambini e ci veniva detto che dalla capanna di Betlemme un canto di festa avrebbe raggiunto i più estremi confini del mondo.
Si. È dura in questi giorni. Per tutti. Lo so. Lo sappiamo bene. Ma siamo sicuri di ricordare davvero cosa sia il senso del Natale? Perché forse lo stiamo dimenticando e non importa se tu sia ateo, agnostico, ebreo, islamico o induista… …il senso del Natale è che: non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti ci possono abbandonare o non potranno stare al nostro fianco. Ma il Dio che ha amato il mondo tanto da farsi uomo attraverso il figlio, unendosi per sempre alla nostra natura di creature fragili e dolenti, non ci abbandonerà mai.
Natale non è l’albero e non è certo quel signore vestito di rosso e con la barba bianca nato dalla geniale penna pubblicitaria della Coca Cola.
Potrebbe essere per alcuni una fiaba, lo posso accettare e in questo 2020 non mi vergogno di dire che mi sia capitato di pensarlo. Ma, se per un attimo, chiudo gli occhi e lo guardo con quelli di un bambino che voleva fare il giornalista, il Natale è una notizia! Una news che torna attuale ogni anno da più di duemila anni, solo che non la sappiamo leggere. O la ritenamo una fake news!
È la notizia, cioè l’informazione su un fatto che si rinnova ogni anno come per magia; non è un bel sogno, è una realtà ancora più bella di ciò che desidereremmo sognare.
Noi non siamo più soli
Quel giorno potremo non cedere alla tristezza e riempirci il cuore di gioia nei nostri letti di ospedale, nelle solitarie case di riposo, in una fredda strada. Il pensiero del Natale aiuterà chi lavorerà quel giorno per assicurarci cure, conforto, sicurezza, ordine. Chi sarà di turno e chi penserà al domani con un nodo alla gola perché non sa ancora se avrà un lavoro… …o forse, purtroppo lo sa, ma aspetta che passino le festività per raccontarlo alla famiglia.
Si sarà dura per tutti questo Natale
ma forse sarà anche un’opportunità. In pochi a tavola ma con le preoccupazioni fuori dalla porta e i nostri figli, le nostre compagne da tenere più stretti al nostro cuore rispetto al passato. Non è la prima volta che trascorreremo un Natale così e purtroppo non sarà neanche l’ultima volta. Le nostre madri lo hanno passato lontano dai cari sotto i bombardamenti; i nostri nonni al fronte. Chissà alcuni dei nostri avi dove lo hanno vissuto questo santo giorno. Eppure oggi, eccoci ancora qui… …forse non a festeggiarlo ma, come si diceva un tempo a “santificarlo”.
E avremo la tecnologia ad aiutarci a sentirci meno lontani dagli amici, dai compagni, dai fratelli, dagli zii e, a malincuore dai nonni.
Ma se credi nel Natale, se imparerai nuovamente cosa voglia dire il Natale, capirai che è il giorno in cui noi abbiamo smesso di sentirci soli perché Dio si è fatto uomo per concederci un abbraccio.
Mi piace pensare a questo venticinque dicembre come un giorno in cui sentiremo la mancanza dei nostri cari e ne faremo tesoro perché la distanza aumenterà l’amore che proveremo per loro, spingendoci a lavorare duramente affinché questo sia l’ultimo Natale vissuto così. Proiettati verso il futuro con un sorriso di speranza che accarezzi la nostra malinconia. Forse in questi giorni ricorderemo che Natale non significa solo farsi largo tra i reparti di un grande magazzino o affollare le stade! Forse c’è voluto il Covid per spiegarci che il Natale è una cosa diversa. Migliore, più importante, più bella, più autentica e ha a che fare con la passione, l’amore, la carità, la compassione.
Pensate io sia un illuso? Un sognatore? Forse si, forse no, ma non sono il solo.
Immaginate che non ci sia alcun paradiso
Se ci provate è facile
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immaginate tutta le gente
Che vive solo per l’oggiImmaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in paceSi potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entitàImmaginate che non ci siano proprietà
Mi domando se si possa
Nessuna necessità di cupidigia o brama
Una fratellanza di uomini
Immaginate tutta le gente
Condividere tutto il mondoSi potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità.
Il Natale è una verità: non siamo soli!
Ecco io, umilmente vi chiedo di immaginare che non ci siano più odi tra schieramenti politici, ne ideali per cui morire, nulla per cui offendere l’altro o per sentirsi offesi e nessun virus a costringerci a restare separati. Potreste chiamarmi sognatore, illuso. Potreste perfino darmi dello stupido.
Ma non credo di essere il solo
No. Non mi sentirò mai solo.
Giovanni Scafoglio