La piega-incollatura dell’astuccio o del fustellato rappresenta una fase opzionale della lavorazione cartotecnica; si rende, infatti, necessaria solo quando il fustellato in questione sia da montare, a mano o in automatico.
Le piegaincollatrici rappresentano, infatti, l’ultimo anello della catena di produzione cartotecnica e permettono di produrre in linea, ad alte velocità, tutte le tipologie di imballaggio.
Tutte le piegaincollatrici trasportano il fustellato tramite cinghie di gomma, che accompagnano il cartone nel corso della lavorazione contribuendo a effettuare una piegatura “dolce”. Il preincollato più diffuso e più semplice dal punto di vista strutturale è il cosiddetto astuccio “a manica” o “tubolare”, detto anche “o-card”. È incollato nel senso della lunghezza e permette, dunque, di raggiungere velocità di produzione elevate.
Più in generale, questo tipo di astuccio o fustellato si definisce “lineare”. La reale velocità di produzione varia in funzione delle dimensioni del prodotto cartotecnico che si vuole ottenere e del tipo di cartoncino adottato, oltre che dalla modalità di imballaggio finale dell’astuccio preincollato.
I passaggi di base Adottando dispositivi aggiuntivi o incollatrici speciali definite “ad angolo retto”, si possono produrre strutture più complesse di quelle lineari, come gli astucci a fondo automontante, le scatole a 4 o 6 angoli e vari tipi di astucci di forma irregolare. Agli effetti della macchinabilità dell’astuccio, sugli impianti automatici di confezionamento riveste una grande importanza l’operazione di “prerottura” delle cordonature opposte a quelle della piegatura finale, che serve a ridurne la resistenza durante la messa in volume dell’astuccio.
Lavorazioni accessorie
L’astuccio deve essere trasportato e immagazzinato in modo che non subisca schiacciamenti o deformazioni; per lo stesso motivo vanno scelti imballi adeguati, evitato di fare economie fuori luogo che finirebbero per compromettere anche la qualità del lavoro svolto in precedenza. Prima dell’operazione di incollatura, l’astuccio può subire altre lavorazioni ausiliarie. Le più frequenti sono la finestratura a registro con film trasparenti di acetato o PVC, l’applicazione di una fodera interna termosaldata (bag-in-box), l’applicazione di maniglie o di speciali nastrini a strappo o, ancora, l’applicazione di seghetti di banda stagnata tipiche, per esempio, degli astucci-dispenser delle bobinette di film estensibile per uso domestico.
Le macchine piegaincollatrici (o “piegaincolla”) più comuni sono prodotte da Bobst, Heidelberg, Vega, Megaservice, Grassi, Panmer e Img Brouse. Si differenziano anzitutto per il numero dei trasportatori (2 o 3) installati nella stazione di prerottura, e poi per la modalità con cui gestiscono l’operazione di spostamento delle spalle laterali, che può essere manuale o “Matic” (automatica).
In generale, salvo esigenze particolari espresse in alcuni settori, gli esperti consigliano di lavorare manualmente i fustellati che non superato il formato 100 (un consiglio che non vale nelle aziende del mondo farmaceutico, che hanno fortemente standardizzato gli avviamenti e la ripetibilità delle operazioni di cambio lavoro).
Viceversa, poiché sui formati superiori ridurre i tempi di cambio è più complesso, si consiglia in genere la versione Matic.
La configurazione di base Il livello di automazione, dunque, è essenzialmente correlato al numero di cambi che si svolgono su una data macchina. Normalmente la piegaincolla viene venduta già attrezzata di tutti gli accessori e, nell’operare concreto, è difficile che un cliente scelga di acquistare la versione base, per decidere di attrezzarla in un secondo tempo.
La velocità massima di questo tipo di attrezzatura dipende dal tipo di prodotto da realizzare. Le nuove generazioni di piegaincolla raggiungono anche i 700 metri/lineari al minuto; in altri termini, se si producono in linea astucci di lunghezza inferiore ai 100 mm si possono raggiungere 170-180.000 pz/ora.
Di norma questo tipo di macchina richiede due addetti. Alcune cartotecniche impiegano lo stesso macchinista per due o anche tre macchine, ma dopo l’avviamento i due operatori lavorano autonomamente, anche perché l’operatore che ha eseguito lo start up si occupa di incrementare la velocità delle macchine in produzione. Alcune piegaincollarici sono dotate di un modulo di rotazione del pezzo, che permette di effettuare in un solo passaggio incollature altrimenti soggette ad un duplice passaggio.
Grafiche MDM Srl
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